Giulio Risi
Deep down where the heart beats no more


1. Aria
2. Walking at the Alhambra
3. Pay me peanuts (but let me play)
4. Deep down where the heart beats non more
5. Song for Carmelo Bene
6. Passati Presenti
7. Calipsocongo
8. Piano & Bit / Il Cuore il Fiore
9.
Just to let you know
10. La Fata
11. Scala dal paradiso in giù (Canzone per Papà)

Giulio Risi - Ac. Piano, keyboards,Hammond organ,FenderRhodes, Vocoder, Samples
Koby Israelite, Nick Marangoni, Asafs Sirkis - Drums
Nick Haward - Double Bass
Henry Thomas - Electric Bass
Henry Thomas, Silvio Galasso - Fretless Bass
Gael Bilger, Kevin Briggs, Antonio OnoratoRocco Zifarelli - ac. Guitar
Antonio Onorato, Nico Sabatini - electric guitar
Andreas Borg - Flamenco guitar, Cajon & Palmas
Cousin Alice - Ukulele
Gilad Azmon - Tenor, Alto & Soprano Saxes
Nathan Mansfield - Trumpet
Roberto Casaburi - Violin & Viola
Pierluigi Marotta - Cello
B.atwell - Rap Voice

 

UBIX

                                              

Giulio Risi, musicista italiano che vive tra Londra e Roma che attualmente lavora in tutto il  mondo come musical-director, pianista/tastierista,
arrangiatore e leader della sua band, ci sforna  questo cd composto da undici tracce che ci immergono completamente nel suo mondo attraverso
un viaggio onirico ed un cammino magico che si propaga in più direzioni possibili.  

Questo album non è soltanto un’opera musicale bensì un’opera artistica che vuole toccare l’arte in molteplici sue sfaccettature, grazie ai testi e alle foto contenute nel booklet del cd che in questo caso non diventano da accompagnamento  ma parte integrante del progetto.


Per ogni canzone del disco sarebbe necessaria una recensione, in quanto ognuna appartiene ad un suo mondo con influenze musicali differenti dalla traccia precedente e da quella successiva mantenendone comunque quell’atmosfera sofisticata  e personale caratterizzante l’artista.


Le varianti toccanti in questo disco sono davvero tante e notevoli: si passa da sonorità fusion al blues, ad atmosfere latine e africane, al tango fino ad arrivare alla melodia e ad accenni rock con sprazzi di sonorità progressive pur mantenendo sempre e comunque il jazz come colonna portante della sua musica e delle sue composizioni.  Un disco notevole in ogni sua forma in cui emerge una spiccata creatività dell’artista frutto di un’elevata cultura musicale e artistica.

 

UBIX Magazine

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